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2. Aiutare le anime

(Ri)leggere le Lettere di sant'Ignazio


Ignazio era un maestro del colloquio spirituale. Secondo Nadal «era tanto infiammato dalla carità del prossimo, eccelleva tanto nel discernimento degli spiriti e nella prudenza morale che con brevi e miti parole si adeguava alle persone con le quali era in relazione, infilandosi in esse per destare in loro meravigliose mozioni spirituali. Ed era come se, con lo sguardo indirizzato su chi gli stava davanti, egli penetrasse la sua anima più intima, cosicché quando parlava, nessuno poteva contraddirlo» (MHSJ 27, 494). Dopo Manresa aveva avuto la certezza di dover «aiutare le anime» (Au 45, 50), specialmente quelle desiderose di lasciarsi muovere di più nei loro affetti (cf. Ej 97).

In una lettera a Teresa Rejadell, monaca benedettina, accenna al desiderio che il Signore ha messo nel suo cuore di prendersi cura di chi è alla ricerca della volontà di Dio nella propria vita.



A Teresa Rejadell

(18 giugno 1536)

In questi giorni ho ricevuto la vostra lettera e di essa mi sono rallegrato molto nel Signore che servite e desiderate servire di più: a lui, infatti, dobbiamo attribuire tutto il bene che appare nelle creature. Nella vostra mi dite che Càceres mi avrebbe informato a lungo delle vostre cose; l’ha fatto e mi ha anche parlato dei mezzi e dei consigli dati per ciascuna di esse. Leggendo quanto voi mi scrivete, non trovo che vi si possa aggiungere altro, sebbene avrei preferito l’informazione diretta, perché nessuno è in grado di rendere le proprie impressioni meglio di chi le prova. Mi pregate che per amore di Dio N.S. mi prenda cura di voi. Certo già da molti anni sua divina Maestà, senza merito da par­te mia, mi dà gran desiderio di fare tutto il bene che posso a tutti quelli e a tutte quelle che camminano nella via della sua santa volontà e del suo beneplacito. Desidero anche servire quelli che lavorano al suo divino servizio. E poiché non dubito che voi siate una di tali anime, desidero trovarmi in grado di poter mo­strare con i fatti quanto dico a parole. Mi chiedete anche con insistenza di scrivervi ciò che il Signore m’ispira e di dirvi decisamente ciò che è il mio parere. Ciò che sento nel Signore lo dirò di molto buon grado con decisione, e se vi sembrasse aspro in un punto o l’altro, più che contro la vostra persona sarà contro chi mira a turbarvi.

CB XIII/1_1 [Epp 7: I, 100-101]

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