(Ri)leggere le Lettere di sant'Ignazio
«Per il modo di fare [gli Esercizi], si ricordino di agire con prudenza e misura, adeguandosi alle disposizioni di spirito e di cuore delle persone, senza mettere vino nuovo in otri vecchi» (Epp 872-aA: XII, 244). Essi, quindi, devono essere proposti tenendo conto dell’età, della formazione e delle capacità di chi li riceve. A chi è «più semplice o senza istruzione» (Ej 18) ci si limiti a dare gli «esami» (Ej 24, 32) e alcuni modi di pregare (Ej 238-243). Se, invece di rimanere nel quadro della «prima Settimana», si «procede», con persone non idonee, «in materia di elezione» o in esercizi delle altre Settimane, il rischio è che uno rivolga poi l’accusa di esser stato spinto a una scelta (cf. Ej 15). Per darli a persone «formate e di buon ingegno» (Ej 19), e possibilmente per intero, «con lo stesso ordine con cui procedono» (Ej 20), «bisognerebbe trovare dei soggetti capaci e atti ad aiutare altri dopo aver loro stessi sperimentato questo aiuto», fa scrivere Ignazio a un gesuita troppo zelante (Epp 6692: XII, 141-142). Si tratta, come Ignazio precisa nelle direttive contenute nella seguente lettera, di «casi rarissimi», dunque di persone realmente animate dal desiderio del «maggior servizio» di Dio (Ej 98). Per questi, il libretto prevede che «si cominci ad affrontare la materia delle elezioni a partire dalla contemplazione del quinto giorno» (Ej 163), contando sette o otto giorni per indirizzarli a una scelta «immutabile», che può essere quella del «sacerdozio o matrimonio» (Ej 171) ma, anzitutto, quella dello «stato della perfezione evangelica» (Ej 135).
Ai Compagni di Portogallo
(ultimi anni)
Se uno desse tutti gli Esercizi, li dovrebbe dare a molto pochi, e a persone formate o molto desiderose di perfezione o di molto qualità, o che potrebbero essere per la Compagnia. Si darebbero comunemente gli Esercizi della prima Settimana, in generale con la confessione generale, dando alcuni esami senza andare più avanti. Le elezioni si dovrebbero dare in rarissimi casi, e con persone molto desiderose di istruzione, o dalle quali non potrebbero venir nessun imbarazzo, perché capita, quando escono dagli Esercizi e non hanno tirato tutto il profitto che ci si aspettava, di essere tentati dicendo tutt’attorno a sé che noi volevamo farli poveri, muovendoli alla povertà e alla vita consacrata.
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